2. Domenica di Pasqua – della Divina Misericordia

Anche noi come i discepoli siamo chiusi in casa per timore, non dei Giudei, ma del Covid-19 e anche a noi il Signore risorto  si fa presente.

Gesù saluta i suoi dicendo: «Pace a voi!». La «pace» che Gesù offre è il frutto dell’amore misericordioso di Dio che si manifesta pienamente nella sua morte e risurrezione e che ci rinnova interiormente liberandoci dal peccato.

Per questo san Giovanni Paolo II ha voluto dedicare la seconda Domenica di Pasqua alla Divina Misericordia.

Accogliamo il dono della pace che Gesù risorto ci offre e lasciamoci riempire il cuore dalla sua misericordia!

Preghiamo

Signore Dio nostro, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati a una speranza viva mediante la risurrezione del tuo Figlio, accresci in noi, sulla testimonianza degli apostoli, la fede pasquale, perché aderendo a lui pur senza averlo visto riceviamo il frutto della vita nuova.

Per il nostro Signore Gesù Cristo…


VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


“Mio Signore e mio Dio!”

Il brano evangelico ci presenta due manifestazioni di Gesù risorto ai suoi discepoli.

Nella prima, alla sera del giorno stesso della risurrezione, Gesù va a trovare i suoi, chiusi in casa per paura, li saluta, fa vedere i segni della passione per rassicurali che è proprio lui e li rende partecipi della sua stessa missione donando loro lo Spirito Santo.

La seconda manifestazione di Gesù avviene otto giorni dopo, dunque ancora nel primo giorno della settimana, il giorno che noi chiamiamo domenica, cioè giorno del Signore proprio perché è il giorno della risurrezione.

Si direbbe che Gesù ritorni per Tommaso. Non era presente nella precedente venuta di Gesù e non crede al racconto degli altri discepoli. Vuole vedere, toccare, constatare di persona. Come si fa a credere alla risurrezione per sentito dire? Gesù quasi cede alle pretese dell’incredulo discepolo e lo invita a toccare le sue ferite. Allora Tommaso erompe in un grido di fede: «Mio Signore e mio Dio!».

Gesù accetta la professione di fede di Tommaso ma gli rivolge anche un amorevole rimprovero proclamando l’ultima beatitudine: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

E’ la beatitudine più nostra di tutte, quella che ci rende veri discepoli del Signore. La fede non nasce dal vedere e dal toccare, dalla constatazione materiale di fatti, ma dalla fiducia nella testimonianza dei discepoli ai quali Gesù stesso ha affidato la missione di annunciare la sua Parola, e di rendere presente nello Spirito Santo la sua opera di salvezza.

E discepoli del Signore lo siamo anche noi, oggi.