Cari fratelli e sorelle della comunità del Sacro Cuore,

è possibile fare inter-agire la festa dell’Ascensione di Gesù con la nostra vita, proprio con la nostra vita di questo periodo? È possibile far nascere visibile anche sui nostri volti quella gioia pasquale pe cui esulta l’umanità su tutta la terra, come proclama la Chiesa nella liturgia ormai da più di 40 giorni? Ma ne siamo capaci?

Un filosofo quasi nostro contemporaneo, con espressione un po’ altisonante, ha parlato di una nostalgia che ci abita, “la nostalgia del totalmente altro”; sarà vero, ma quanto bisognerebbe scavare perché possa riaffiorare in superficie? Forse ne è un indizio una certa forma di incontentabilità, di insoddisfazione che a volte ci prende per cui alla fine niente ci fa felici in modo definitivo.

Ma sentite come nel giorno dell’Ascensione parlavano ai fedeli che partecipavano all’Eucaristia:

  • il vescovo Sant’Agostino: “Perché anche noi non viviamo su questa terra in maniera da riposare già con Cristo in cielo, noi che siamo già uniti al nostro Salvatore attraverso la fede, la speranza, la carità”;
  • e il papa San Leone Magno: “Oggi celebriamo il giorno in cui la nostra povera umanità è stata elevata in Cristo fino al trono di Dio Padre…” e però aggiunge: “Sono misteri che trascendono la percezione umana e che ispirano un profondo timore reverenziale”.

Possono sembrarci pensieri suggestivi ma astratti, troppo alti per noi cristiani di oggi che respirano aria di secolarizzazione.

Che attrazione può avere il simbolo della salita, dell’ascensione, della elevazione per chi vive come schiacciato a terra? Noi non proviamo – e ci dispiace anche – un grande desiderio per il mondo nuovo che verrà (cfr il Credo) perché ci basta quello presente; non aspettiamo  il futuro promessoci da Dio e già realizzato in Gesù risorto e glorificato, perché ci basta l’oggi.

Il nostro desiderio di Dio è come senza ali, non prende il volo, non alza la nostra vita. Siamo attaccati a questa vita con i suoi momenti di sconforto e i sui sprazzi di felicità: è giusto, vuol dire che nonostante tutto è un bene, è un dono prezioso.

Certo in questo ultimo periodo siamo stati scossi dal nostro prolungato assestamento; quasi tutti abbiamo pensato alla concreta possibilità di venire contagiati, mai siamo stati così consapevoli della nostra fragilità. E poi… c’è da ascoltare e da interpretare quel senso di “incompiutezza” che col passare degli anni, gli insuccessi, le delusioni e gli ideali non realizzati fanno emergere dentro di noi.

Abbiamo bisogno di un ancoraggio non illusorio: ecco il mistero luminoso di Gesù che ascende al Padre, primo di una moltitudine di fratelli. La festa dell’Ascensione ci ricorda che la nostra vita ha senso, che il suo significato sarà svelato pienamente quando la nostra piccola storia sarà raccolta e “nascosta con  Cristo in Dio… perché il Padre vuole che nulla si perda”.

Cerchiamo di vivere così, con questa grande apertura d’animo, la domenica dell’Ascensione del Signore, giorno in cui ci è dato di riprendere il cammino come comunità di discepoli del Signore Gesù, per testimoniare con il nostro stile di vita evangelico la speranza che non delude.

                                                                          Don Antonio


APPUNTAMENTI

La settimana prossima

è l’ultima settimana del tempo pasquale

è l’ultima settimana del mese di maggio.

Ci è data la possibilità di recuperare in extremis il fioretto di maggio e la celebrazione della Pasqua che ha nella festa di Pentecoste, domenica prossima 31 maggio, il suo compimento.

Vi invito:

  • nelle sere da lunedì a giovedì ore 21,00, nei Campi di San Giuseppe, per la recita del rosario e
  • venerdì 29 maggio ore 21,00 per la Veglia di Pentecoste attorno al fuoco, sempre nei campi di San Giuseppe, animata dai componenti del Consiglio Pastorale.

Saranno presenti i Catechisti e gli Accompagnatori;  come sarebbe bello, genitori, che veniste con i vostri figlioli della Iniziazione Cristiana, in particolare i ragazzi in attesa della Cresima e della prima Comunione: è un momento forte di preghiera e di annuncio.

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Per le confessioni: in questo periodo il luogo è la Sala della Pace adeguatamente preparata allo scopo.