L’oratorio settecentesco

Chiesetta_Montirone-450x274Già alla fine del ‘700 si avvertì ad Abano la necessità di un luogo di culto “a comodo di quegli ammalati cattolici che alle nostre terme concorrono” – come scrive lo storico dell’epoca Salvatore Mandruzzato – e così nell’anno 1779, su disegno dell’architetto Domenico Cerato, fu “fatta edificare dalla sovra magnificenza” una chiesetta di fronte al Montirone che svolse la sua funzione fino all’ottobre del 1956.

Qui, davanti alla grande statua del S. Cuore (oggi nella chiesa), sostava spesso in preghiera la beata Liduina (Angela Elisa) Meneguzzi prima di iniziare il lavoro in albergo.


Verso la nuova chiesa

L’insufficienza dell’Oratorio e la prospettiva di un rapido sviluppo della zona dei “Bagni” fecero avvertire con forza, alla metà del secolo scorso, la necessità di una nuova chiesa. Nel 1944 mentre imperversava ancora la guerra e i bombardamenti su Padova avevano danneggiato anche il palazzo vescovile, Mons. Carlo Agostini trascorse alcuni giorni nell’allora Villa dei Vescovi di Luvigliano. Proprio in questa circostanza, ai rappresentanti del Comune e dell’Azienda di Cura, parlò a lungo dell’urgenza che, appena finita la guerra, la nuova Abano termale avesse una chiesa adeguata. Comunicò inoltre di aver ritenuto opportuno declinare, con rammarico, l’offerta gratuita di un appezzamento di terreno presso il Montirone perché insufficiente. «La nuova chiesa delle Terme – disse – tra grandi alberghi che tendono ad assumere proporzioni sempre più importanti, non può sfigurare e dovrà essere una grande chiesa ed avere attorno l’area occorrente per gli edifici necessari ai suoi immancabili sviluppi funzionali, per tutte le opere parrocchiali».

pasted-graphic-1Nella relazione conclusiva della visita pastorale del 2-3 marzo 1947 si legge: il Vescovo “visita l’oratorio pubblico di Montirone e osserva dove dovrebbe essere costruita una chiesa proporzionata ai bisogni spirituali di questa zona in continuo sviluppo”.

Il nuovo vescovo Mons. Girolamo Bortignon, giunto a Padova nel 1949, prese a cuore il problema e diede un decisivo impulso perché l’opera fosse portata a compimento. Insieme con l’Arciprete Mons. Tarcisio Mazzarotto percorse più volte la zona delle Terme, osservando gli appezzamenti che erano stati offerti. Finalmente fermò la sua attenzione su un terreno di proprietà Bonomi-Pescarin, tenuto in affitto dalla Cooperativa di S. Daniele e decise che quello sarebbe stato il sito adatto per la nuova chiesa. Siamo nel 1950.


I preliminari

vescovo_aziendadicuraPresa la decisione, i passaggi successivi, pur non facili, si svolgono con estrema rapidità. L’ubicazione della nuova chiesa si trovava al centro del complesso alberghiero in espansione e del nuovo quartiere residenziale Cristoforo Colombo che stavano sorgendo. Mons. Mazzarotto si mette in movimento con alacrità.

Superando numerose difficoltà burocratiche e laboriose trattative, nel maggio del 1955 porta a compimento l’acquisto del terreno, cinquemila metri quadri, versando la somma di £ 6.500.000.

Il 30 dello stesso mese il Vescovo si incontra con le Autorità nella sede dell’Azienda di Cura per tracciare il piano concreto di realizzazione.