La costruzione
Approvato il progetto si passa subito alla sua realizzazione. In un’assemblea svoltasi il 10 maggio 1957 si decide di dar corso ai lavori, nonostante i debiti per la Canonica, e perciò viene chiesto un prestito di 40 milioni alla Cassa di Risparmio, avvallato da alcuni imprenditori alberghieri.
Il 20 giugno il Vescovo, alla presenza delle Autorità e di numerosi fedeli, benedice e pone la prima pietra. La pergamena in essa cementata reca un’iscrizione latina che tradotta suona così:
«Nell’anno 1957, nel giorno 20 del mese di maggio, Io Girolamo Bortignon Vescovo di Padova, ad onore di Dio e della gloriosissima Vergine Maria e di tutti i Santi, ho benedetta e posta nelle fondamenta la prima pietra di questa nuova Chiesa che viene edificata in onore e memoria del S. Cuore di Gesù».
Il concorso indetto per la realizzazione dell’opera, al quale partecipano cinque imprese edili, è vinto dall’impresa del prof. Miro Mazzucato, che si mette immediatamente all’opera. Il primo agosto incominciano i lavori, non facili data la permeabilità del terreno argilloso.
Benedizione e apertura al culto
Si lavorò speditamente durante tutto l’inverno e in meno di un anno la nuova chiesa del Sacro Cuore è una realtà. E così il 15 giugno 1958, festa del Sacro Cuore, il Vescovo viene a benedirla solennemente e ad aprirla al culto. Un risultato straordinario, frutto di una generosa concorde collaborazione.
Ecco alcune parti del discorso pronunciato dal Vescovo.
«Questa per Abano è una grande giornata che ci ha preparato il Signore, una giornata di grande gioia e di grande esultanza spirituale. Si sentiva in questa città termale la necessità d’una chiesa; e il Signore, nella sua grande bontà, ve l’ha donata. Ma le cose del Signore sulla terra hanno bisogno, normalmente, dell’aiuto degli uomini per realizzarsi. Così avvenne anche ad Abano (…) Che cos’è una chiesa? Una chiesa è intanto una casa, pietra sopra pietra, che vuol dire offerta sopra offerta de!a nostra gente, che come sa fabbricarsi con sacrificio la casa propria, con altrettanto meraviglioso sacrificio sa fabbricare la casa del Signore (…) Noi adesso l’abbiamo benedetta. La benedizione è il Battesimo della chiesa. Un giorno, quando la chiesa sarà ultimata, Noi verremo a consacrarla; e quello sarà il giorno della sua Cresima. Oggi è il giorno del Battesimo (…)
Questa cerimonia si compie nella solennità del Sacro Cuore; e al Sacro Cuore appunto è dedicata la vostra chiesa. Mi pare pertanto opportuno dirvi una parola sulla vera devozione al Cuore Sacratissimo di Gesù. Nella vita noi possiamo attendere a tanti affari; nella vita noi dobbiamo preoccuparci delle piccole e grandi cose della terra; nella vita spesso siamo costretti a ripiegarci verso il creato. Ma se la situazione del creato finisce con l’imprigionarci, se ci impedisce di sentire la nostra dipendenza da Dio, noi sciupiamo e roviniamo la nostra vita.
Tutto questo ci ricorda una chiesa; e ce lo ricorda nel simbolo e nella realtà del Cuore Sacratissimo di Cristo. Dio è Amore, infinito, universale. Quel cuore ne è l’espressione e la garanzia. La Sua Sacrosanta Umanità è venuta nel mondo per farci sentire il desiderio che Dio ha di noi, l’ansia, per così dire, di Dio verso di noi, la ricerca di noi. Egli ha riparato per noi. Egli si è offerto per noi, fino a darci l’ultima goccia del Suo preziosissimo Sangue. La voce del Suo Cuore, oggi più che mai presente in questo tempio, si faccia sentire nei nostri cuori; sì che al suo Amore per noi, possiamo rispondere con l’amore, con la riparazione e con la consacrazione della nostra vita a Lui».
Don Marcello Pulze: primo parroco

Inaugurata la chiesa, viene eretta canonicamente la nuova Parrocchia del S. Cuore di Gesù alle Terme e il 12 settembre 1959 Don Marcello Pulze fa il solenne ingresso come primo parroco.
La Chiesa in numeri
I numeri sono aridi, ma possono dare la misura di certe realizzazioni umane, Don Marcello li ripeteva spesso con motivata soddisfazione.
La Chiesa copre 1080 metri quadrati, con una altezza al culmine del tiburio di m. 22,50, un’altezza media della navata di m. 15, un’altezza al sommo del timpano di facciata di m. 18, e una lunghezza totale di m. 49,50. Il tiburio circolare ha un diametro interno di m. 16.
La navata, parabolica, ha una larghezza massima di m. 22,50. Nella facciata sono stati impiegati 10.000 quintali di sasso chiaro d’Asiago.
Nelle pareti lavorate in cotto a faccia vista ci sono 200.000 mattoni, 2.500 sono i quintali di cemento più il ferro per le 15 grosse colonne, i pilastri dei muri perimetrali e il tiburio, senza contare le grandi e pesanti capriate che sostengono il tetto.