Terminata la parte muraria, si dà mano al completamento dell’interno. I vari elementi sono opera di diversi artisti, che operarono inizialmente sotto la regia, non senza qualche momento di tensione e di incomprensione, dell’architetto Brunetta. Il successivo intervento, alla fine della anni novanta, è invece segnato dalla presenza di padre Costantino Ruggeri.

altarePresbiterio_altare_1963Presbiterio_altare_1973


Il primo elemento dell’interno, dopo un breve periodo di provvisorietà, ad essere completato, punto focale, anche architettonico, della chiesa è stato naturalmente l’altare. Proprio per la sua centralità, in connessione con l’applicazione della riforma liturgica conciliare, l’altare con l’intera area presbiteriale ha avuto nel corso di questi cinquant’anni tre diversi rifacimenti. Nella prima versione aveva il carattere di un trono quasi calato dall’alto e verso il quale si saliva. Viene consacrato dal Vescovo il 15 settembre 1963Il secondo rifacimento dell’altare, e di conseguenza dell’intero presbiterio, risale al 1973. Ora non appare più come un trono addossato alla parete, ma piuttosto come una mensa rivolta all’assemblea.

Il terzo rifacimento, per opera del padre francescano Costantino Ruggeri, sarà compiuto nel contesto di una più ampia sistemazione di tutta l’area presbiteriale, dove troveranno posto anche gli altri “luoghi liturgici”, cioè la sede e l’ambone.


1988: e il cammino continua…

Con l’arrivo del secondo parroco Don Antonio Pontarin (domenica 17 gennaio 1988) la chiesa, come complesso architettonico con i suoi annessi, e la parrocchia conoscono un ulteriore significativo sviluppo.
Avvicendamento, non senza sofferenza, alla guida della Parrocchia: Don Antonio succede a Don Marcello. Durante la Messa inaugurale il dottor Günter Kirschner così presenta il volto della Comunità del Sacro Cuore al nuovo Parroco: “Non per pensare di essere diversi, ma noi crediamo che questa Parrocchia, questa Comunità, sia qualcosa di particolare nel bene e nel male, qualcosa, si potrebbe dire, di unico che unisce in sé fervore con dispersione, gioia ed esaltazione con frustrazione ed abbattimento.
Una Comunità che pure in una grande diversità di idee, di comportamenti, di ideali, cerca un momento di sintesi, un punto di riferimento sicuro a cui rivolgersi. E penso che la funzione del sacerdote, del Parroco di questa Chiesa, attuale o passato, sia stata e debba essere sempre più un momento di sicurezza a cui rivolgersi, a cui confidarsi. Forse è proprio questo di cui noi abbiamo bisogno: oltre agli aspetti materiali che, è inutile negarlo, sono certamente superati, esistono altri aspetti che toccano profondamente ognuno di noi”
.

marcello_antonioDon Antonio, nell’omelia, risponde con questa riflessione:

Direte che mi sono fatto aspettare… non è mia abitudine arrivare in ritardo. Una cosa è certa: non ho aspettato il 17 gennaio per pensarvi, amarvi, pregare per Voi […] Voi siete, vorrei dire, specialisti in ospitalità: accogliete anche questo ospite che non è di passaggio, ma da oggi farà la strada con Voi.

Venendo a Voi porto con me una convinzione precisa: Dio non ha aspettato me per compiere le sue opere in mezzo a Voi. La storia di fede di questa Parrocchia del Sacro Cuore non incomincia oggi, lo Spirito Santo e tanti altri hanno lavorato in questi trenta anni”.